L’Alpa 11.50 è praticamente indistruttibile, uno scafo costruito con i criteri del rompighiaccio… sono finito sopra coralli, sotto petroliere… e non è successo niente di grave. Tuttavia essendo una “vecchietta” bisogna assolutamente fare alcuni lavori per evitare di trovarsi nei guai. Oltre naturalmente alla sostituzione del sartiame, prima della partenza ho fatto su Papayaga le seguenti modifiche:
1) le contropiastre delle lande degli stralli di prua e di poppa sono di ferro… (!!?) e quindi dopo 35 anni sono in uno stato che fa rabbrividire, su Papayaga i bulloni erano avvitati su una massa informe di ruggine… VANNO ASSOLUTAMENTE CAMBIATE. Metterle naturalmente di acciaio. Su Papayaga inoltre per non far forza solo sulla coperta (molti musoni si alzano un pò) ho ancorato la contropiastra, per mezzo di tornichetti, sul dritto di prua… non pensate nemmeno un momento di poter svitare i bulloni delle lande… l’unico sistema per levarli è trapanarli con punte al cobalto, prima piccole e poi grandi, finché non salta la testa del bullone.
2) Ho sostituito (fatto sostituire) il puntale e la paratia centrale che erano completamente fradici, il problema nasce perchè in origine i cavi elettrici passano dentro la scassa e quindi le perdite si infiltrano nella testa del compensato (sono maggiormente esposti i modelli con gli interni in truciolare). Si nota un avvallamento della tuga in prossimità dell’albero… è inutile mettere la testa sotto la sabbia, se il legno è fradicio VA SOSTITUITO!!! I carichi in questa zona sono notevoli.
3) La scassa dell’albero appoggia a pruavia dei suddetti puntale e paratia, la tuga flette e lo si nota dall’architrave della porta del bagno che si abbassa fino a toccare la porta… tirare l’albero indietro renderebbe la barca ancora più orziera di quello che già è. Io ho resinato un baglio di legno che va ad appoggiare sui due lati della tuga e ho rinforzato tutta la zona… il problema è risolto definitivamente.
4) la coperta che flette: le iniezioni di epossidica sono totalmente inutili perché la vecchia balza o schiuma è totalmente intrisa di acqua salmastra e quindi impossibile da asciugare… se l’interno non è asciutto la resina non attacca, e quindi chi ha fatto questo lavoro avrà la sensazione di una coperta solida ma in realtà ha solo appesantito la barca perché la resina non è solidale allo scafo e alla coperta. Io ho tagliato la coperta ed ho sostituito la balza con il termanto… ho perso dieci anni di vita e in definitiva lo sconsiglio vivamente a meno di non avere tanti soldi e far fare il lavoro ad un cantiere serio. Personalmente penso che data la solidità dello scafo, il problema della coperata sia relativo, un pò come avere una macchina con carrozzeria su chassis invece di una con telaio autoportante.
5) Ho armato uno strallo volante a 9.50 mt dalla base dell’albero e relative sartie volanti. In coperta la landa è subito dietro il salpancore in corrispondenza della paratia del gavone dell’ancora alla quale la contropiastra è fissata… con due mani e trinchetta di 14 mq questa barca può affrontare un ciclone…!!!
6) Molte Alpa 11.50 hanno dei pani di piombo a prua, sotto la calavele… era fatto per chi ordinava il calumo in cima. Io ho squagliato il piombo (fondere il piombo è bellissimo) e l’ho messo in sentina a poppavia del serbatorio dell’acqua dopo naturalmente aver fatto una paratia per contenerlo. La barca ora è un pò appoppata ma quando vengono dei mostri di onde da dietro sono molto più contento così che prima… non si ingavona mai!
7) ho sostituito il vecchio Farymann e questo ha comportato la creazione di un nuovo basamento che ho realizzato in legno. Ho mantenuto i vecchi giunti della Fiat 1100 ai quali sono ormai affezionato, ho lasciato anche il sistema di tenuta originale con i due paraolio ecc… però ho fatto fare un asse portaelica nuovo.